L’alimentazione è in grado di alterare lo stato di salute della popolazione. È noto ormai da decenni il ruolo delle abitudini alimentari, insieme a quelle degli altri stili di vita come l’abitudine al fumo di sigaretta, il consumo di alcolici e la sedentarietà quali importanti fattori di rischio per l'insorgenza di malattie croniche come le malattie cardiovascolari, le malattie neoplastiche, respiratorie e i disturbi metabolici.
Nei paesi industrializzati la capacità di identificare con certezza la relazione tra alimentazione e malattie croniche cosiddette del benessere sembra essere un elemento chiave per l'attuazione di specifiche strategie di prevenzione primaria. Secondo le più recenti evidenze scientifiche, i modelli alimentari più salutari sono quelli che prevedono un elevato consumo di verdura, frutta, cereali integrali, pesce, legumi, frutta secca e latticini a ridotto contenuto di grassi, e un limitato consumo di alimenti zuccherati, sale, prodotti raffinati e carne. In questo contesto, la dieta Mediterranea è sicuramente il modello alimentare più studiato e riconosciuto scientificamente.
Nel corso degli ultimi decenni l’interesse della ricerca in campo nutrizionale si è indirizzato, più che verso lo studio dei singoli alimenti o gruppo di alimenti che fanno parte della dieta Mediterranea, verso lo studio in toto del profilo dietetico. Questo in relazione all’evidenza che è, di fatto, l’interazione tra alimenti all’interno di un profilo alimentare la relazione fondamentale all’ottenimento di uno stato di salute ottimale.